Rete Universitaria di Bologna
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La nuova pagina della Rete Universitaria è a questo indirizzo

La Rete su Acab News
20/04/2004 Tre giorni in piazza verdi
09/11/2004 Cacerolazo durante il Senato Accademico
07/12/2004 Occupazione prima lezione specialistica Compass
19/04/2005 Autoriduzione alla mensa universitaria
03/05/2005 Occupazione del Senato Accademico
17/05/2005 Occupazione aula Lorusso e corteo contro il numero chiuso
27/05/2005 Mario Precario

>> SCARICA "ESISTENZE PRECARIE / RESISTENZA SOCIALE" (Volantone aprile 2005) pdf, 795KB
>> Scarica "PIAZZA VERDI - IDEE E PROPOSTE" pdf, 68KB

>> SCARICA IL PRIMO VOLANTONE DELLA RETE (inverno 2004) pdf, 82KB

COMUNICATI

2004 [1° trimestre] - [2° trimestre] - [4° trimestre]
2005 [1° trimestre] - [2° trimestre] - 4 trimeste: [No all'università di Moratti-Zecchino-Calzolari]

APRIAMO NUOVI PERCORSI DI MOBILITAZIONE E DI LOTTA NELLE FACOLTA'
NO ALL'UNIVERSITA' DI MORATTI-ZECCHINO-CALZOLARI

In queste settimane il ministro Moratti e il governo Berlusconi stanno
portando avanti a tappe forzate la proposta di riforma della docenza
universitaria, cosiddetto DDL Moratti, nonostante la contrarietà dell'intero
mondo accademico.

Come studenti che ogni giorno scontano sulla propria pelle le conseguenze di
anni di riforme privatizzanti e precarizzanti non possiamo che essere al
fianco dei ricercatori che si battono contro un progetto di riforma che li
condannerebbe ad uno stato di precarietà permanente.

Non per questo siamo disposti ad accodarci acriticamente a chi, nel nome
dell'unità contro la Moratti, pretende di eliminare ogni differenza e di
delegittimare ogni forma di contestazione sulla gestione locale degli
atenei.

Non siamo quindi al fianco dei parlamentari dell'Unione, gli stessi che
hanno promosso e votato la Riforma Zecchino aprendo la strada a un decennio
di attacchi all'università pubblica.

Non siamo al fianco dei sindacati confederali, che tuttora accettano senza
scrupoli l'esternalizzazione dei servizi e la precarizzazione estrema del
personale tecnico-amministrativo dell'Università.

Non siamo al fianco di Calzolari, il Rettore "amico degli studenti" che
appena eletto ha raddoppiato le tasse per le specialistiche, o del
prorettore Tega, che in questi anni si è tante volte prodigato a spiegarci
come i numeri chiusi fossero una realtà da accettare.

 Noi crediamo che i problemi e le ingiustizie dell'Università attuale siano
conseguenze dirette e prevedibili della Riforma Zecchino (quella che ha
instaurato il sistema 3+2). Una "riforma" che ha portato aumento della
selezione e dei numeri chiusi, frammentazione dei percorsi didattici,
dequalificazione dell'offerta formativa, aumento vertiginoso dei ritmi di
studio (anche più di 10 esami l'anno) e compressione dei tempi e degli spazi
di vita all'università. Una riforma che ha aperto la strada al brutale
attacco all'istruzione pubblica che il ministro Moratti sta portando avanti
in questi anni. Una riforma che non intendiamo smettere di combattere da
dentro, inserendoci in modo sempre più dirompente nelle sue stesse
contraddizioni.

Sarebbe però riduttivo assegnare le responsabilità e individuare le
controparti solo a livello nazionale. Anche chi applica localmente le
riforme, gestendo l'Ateneo sulla base di logiche aziendaliste o baronali, si
rende complice delle politiche di privatizzazione dell'istruzione e
mercificazione dei saperi. Nello specifico al rettore Calzolari, alla sua
amministrazione degli ultimi anni e all'Arstud contestiamo i vertiginosi
aumenti delle tasse, l'introduzione dei numeri chiusi in decine di corsi di
studio, l'esternalizzazione di servizi essenziali come la mensa, la scelta
sistematica di destinare fondi ai progetti di eccellenza invece che alle
strutture realmente necessarie, alla didattica e al diritto allo studio.

In questa situazione vediamo nell'autorganizzazione e nella lotta l'unica
strada percorribile. Quelli che riteniamo nostri diritti non ci verranno
regalati né dalla Moratti, né da Calzolari, né dal governo che verrà,
possiamo solo iniziare a rivendicarli e riconquistarli, anche attraverso
pratiche di riappropriazione diretta.

MERCOLEDI' 12 OTTOBRE

MANIFESTAZIONE
CONCENTRAMENTO ORE 9,30
PIAZZA MAGGIORE

ASSEMBLEA STUDENTESCA
ORE 16,30 AULA 4 FACOLTA' DI LETTERE - VIA ZAMBONI 38

Rete Universitaria di Bologna - Collettivo S.oggettività P.recarie A.utorganizzate (Sc.Politiche) - Collettivo Autorganizzato di Lettere e Filosofia C38

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2° trimestre: [Forze speciali in Piazza Verdi] [Riappropiamoci di Piazza Verdi] [Chi è Mario Precario?] [Arriva Mario e Calzolari Scappa] [Da Piazza Verdi libera rifiutiamo le intimidazioni] [Liberiamo i compagni, moltiplichiamo le lotte] [Mario Precario è Rettore] [Facciamo un figlio? Col cavolo!]

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FACCIAMO UN FIGLIO?... COL CAVOLO!!! (... e con la provetta?)

Il 19 Febbraio 2004 è stata silenziosamente approvata la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita. Una legge discriminante che fa della maternità e della paternità un privilegio per pochi. Ogni anno circa diecimila persone ricorrevano alla p.m.a. per avere un figlio. E ora????

L´art. 1 della 40 "assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito". La donna non viene perciò vista come individuo in grado di autodeterminarsi, e i suoi diritti diventano uguali e contrari a quelli dell'embrione, creando oltretutto i precedenti per la messa in discussione della legge 194 sull'aborto. La maternità perde il suo valore di scelta libera e responsabile. Inaccettabile è il peso della chiesa cattolica che pretende di imporre il suo modello di famiglia, la maternità come destino della donna, la visione dell'embrione come persona e la sessualità come momento non separabile dalla procreazione.

E' vietata la fecondazione eterologa e di conseguenza anche la donazione dei gameti. Il pretesto è quello della genitorialità biologica. Questo passo indietro pretende di togliere valore a realtà dove l'amore per i figli si esprime senza legami di sangue. Da un parte le donne e gli uomini che per diversi tipi di problemi di salute non possono utilizzare i propri gameti non potranno avere figli, dall’altra le coppie omosessuali verranno automaticamente escluse.

La legge prevede il congelamento di non più di tre embrioni. Se l'impianto fallisce la donna dovrà sottoporsi a nuovi bombardamenti di ormoni e all'intervento per prelevare nuovi ovuli perchè non ne avrà altri congelati (come invece accadeva prima). Anche gli uomini dovranno sottoporsi nuovamente al prelievo del seme. Inoltre i tre embrioni verranno impiantati simultaneamente, compresi quelli malati perchè la legge vieta la diagnosi genetica pre-impianto. Tutto questo mette in grave pericolo la salute della donna e dell’uomo, è un ulteriore passo verso la revisione della legge sull’aborto e impedisce la ricerca sulle cellule staminali.

La legge vieta espressamente alle persone non sposate, non conviventi e omosessuali l'accesso alla procreazione medicalmente assistita (accesso che gli era già stato negato introducendo l'obbligo di fecondazione omologa). Lo Stato pretende di decidere in merito a scelte individuali e di stabilire chi è degna o meno di essere madre, togliendo dignità a tutte le persone che allevano figli da sole, per scelta o per necessità, e impedendo alle donne lesbiche di diventare madri.

L’assistenza sanitaria gratuita è prevista attraverso un fondo speciale irrisorio (che è come dire che non è prevista) Inoltre tutti i divieti imposti dalla legge porteranno al "turismo procreativo" (ovviamente per chi se lo può permettere) verso gli stati dove la legge è meno restrittiva (es. stati arabi, svizzera, croazia).

La laicità dello stato, la maternità, i desideri dei singoli e la libertà sessuale devono essere salvaguardati: non deleghiamo le nostre scelte agli altri!

Al referendum del 12 e 13 giugno votiamo 4 si:
-per l’autodeterminazione e la tutela della salute di ogni donna,
-per la libertà di ricerca,
-per uno stato laico contro l’ingerenza della gerarchia vaticana


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ELEZIONI RETTORALI
SI PROFILA UNA CLAMOROSA AFFERMAZIONE DI MARIO PRECARIO
Il candidato degli studenti, del personale tecnico-amministrativo, dei
ricercatori, di tutti coloro che non accettano il modello di
università-azienda portato avanti indistintamente dai 3 candidati
ufficiali, ha ottenuto oltre 2000 voti durante le 4 ore di apertura del
seggio autogestito. Oltre agli studenti (più di 1700) hanno votato molti
docenti, ricercatori confermati e non e lavoratori del personale
tecnico-amministrativo, alcuni dei quali aventi diritto di voto anche
nell'urna "ufficiale". Il nome di Mario Precario comparirà quindi anche
nelle schede "ufficiali" accanto a quelle dei tre baroni.
Mario Precario, intervistato a caldo, dichiara: "Nonostante il voto
clientelare e i probabili brogli dei baroni, la mia vittoria è netta e
inconfutabile. Il mio programma dei 100 giorni? Abolizione di ogni numero
chiuso, assunzione in ruolo dei ricercatori precari, diritto di voto e di
assemblea per tutto il personale tecnico-amministrativo."

Comitato elettorale "Mario Precario Rettore"
Aula Autogestita "Francesco Lorusso"
Rete Universitaria
Collettivo Autorganizzato C38 - Lettere e Filosofia
Collettivo SPA - Scienze Politiche
info: 3206914118 - www.unibo.ma.cx

I RISULTATI

Voto di personale tecnico-amministrativo, docenti e ricercatori
Mario Precario 295
Stefano Cinotti 3
Paola Rossi Pisa 2
Pier Ugo Calzolari 1
schede bianche 3

Voto degli studenti
Mario Precario 1732
Stefano Cinotti 2
Pier Ugo Calzolari 1
Paola Rossi Pisa 1
schede bianche 8
schede nulle 4

Totali
Mario Precario 2027
Stefano Cinotti 5
Paola Rossi Pisa 3
Pier Ugo Calzolari 2
schede bianche 11
schede nulle 4

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ESISTENZE PRECARIE / RESISTENZA SOCIALE
LIBERIAMO I COMPAGNI, MOLTIPLICHIAMO LE LOTTE

Oggi noi studenti dei collettivi autorganizzati siamo in piazza con tutta la nostra rabbia per l'ennesimo atto di repressione e intimidazione. I compagni di Passepartout sono in carcere per l'occupazione di System_Error hanno liberato uno spazio, la questura di Bologna e l'amministrazione comunale hanno risposto prima con uno sgombero violento e poi con arresti e denunce allucinanti, che ben si inseriscono nel gravissimo clima instaurato in città da chi non volendo e sapendo dare risposte politiche alle lotte sociali riduce tutto in termini di ordine pubblico. In tale clima si sono inseriti, negli ultimi mesi, i 29 avvisi di fine indagine per i fatti del Cinema Capitol del 27 ottobre scorso, che, come adesso, non esitavano a ricorrere alla famigerata legge 15/80 di Cossiga e all'articolo 270 (associazioni sovversive) del Codice fascista Rocco, a parlare di eversione dello stato democratico. Ma quest’ultimo è solo il più eclatante esempio della costante intimidazione nei confronti dell’antagonismo metropolitano e della totale cecità nei confronti dei più elementari bisogni di chi non è garantito: ricordiamo in ordine sparso i/le 4 occupanti di via Avesella fermati, trattenuti in questura fino al mattino e denunciati per affissione abusiva; le perquisizioni con mandati antiterrorismo ai danni di case occupate a S.Donato, la deportazione forzata degli occupanti dello Scalo Migranti e le demolizioni della baraccopoli di Via Roveretolo e di quella del Lungo Reno
Rivendichiamo con forza la legittimità di rispondere alla precarietà esistenziale praticando la riappropriazione diretta nelle sue molteplici declinazioni, alcune delle quali abbiamo messo in campo partendo dalle nostre specificità di soggettività studentesche: martedì scorso abbiamo liberato un’aula all’interno della facoltà di Lettere e Filosofia, per produrre e diffondere da quelle quattro mura percorsi di controsapere, controformazione, reinvenzione delle pratiche della trasformazione; percorsi che passano anche per la ribellione creativa alla mercificazione della cultura e al copyright, che la più perversa delle logiche assimila oggi ad eversione e sovversione.
Certi che la riappropriazione diretta nasca dalla necessità di soddisfare i nostri bisogni primari, sganciandoli dalla logica del mercato, reclamiamo la gratuità della mensa universitaria attuando pratiche come l’autoriduzione dello scorso 19 aprile.
Praticare saperi altri non può tuttavia prescindere dalla libera aggregazione sociale e politica nello spazio urbano: abbiamo scelto da anni di reclamare Piazza Verdi come simbolo e fulcro della quotidianità dell’essere studente, stufi dell’abuso della ripugnante categoria di degrado, paravento per reintrodurre proibizionismi, militarizzazione e controllo sociale. Abbiamo scelto di farlo riappropriandocene festosamente e creativamente. Se questa è istigazione a delinquere (questa l’accusa per cui i comitati cittadini hanno denunciato due compagni), la reclamiamo.
Se la Bologna della repressione diffusa è il laboratorio del governo nazionale che verrà, l’autorganizzazione sociale saprà proeiettare la propria rabbia e le proprie pratiche in ogni caso in cui tale modello si ripresenterà, sempre e ovunque

AUTORGANIZZAZIONE SOCIALE DENTRO E FUORI L’UNIVERSITA’

AULA OCCUPATA FRANCESCO LORUSSO – Via Zamboni, 38
Rete Universitaria di Bologna – Collettivo Soggettività Precaria Autorganizzate (Sc.Politiche)
C38 (Lettere e Filosofia) – Coll. Storia Orientale

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DA PIAZZA VERDI LIBERA RIFIUTIAMO LE INTIMIDAZIONI!
In merito alla questione Piazza Verdi, ampiamente dibattuta nell'ultimo periodo negli organi istituzionali e attraverso i media locali, ci sembra doveroso riprendere parola di fronte alla notizia che il comitato "Stop al degrado" intende procedere penalmente nei confronti degli organizzatori della 3 giorni in Piazza Verdi e del consigliere comunale indipendente Valerio Monteventi, a cui va il nostro ringraziamento per l'appoggio che continua a darci e l'assicurazione che, per quanto possibile, lo solleveremo da ogni eventuale responsabilità.
Come Rete Universitaria rivendichiamo con convinzione la Tre Giorni di fine aprile, che ha rappresentato, come hanno visto le centinaia di persone che l'hanno attraversata, un grande momento di aggregazione e di confronto politico e che ha sicuramente contribuito a portare centinaia di cittadini bolognesi alla mayday del primo maggio a Milano.
Constatiamo poi che il comitato in questione, non riuscendo a proporre altro che sia la massiccia militarizzazione della zona, punta il dito contro chi fa le cose pubblicamente, in maniera aperta e senza cercare mediazioni al ribasso, cercando di criminalizzare gli studenti.
Ci chiediamo perché nessun esponente del Comitato non sia venuto in Piazza Verdi a confrontarsi con noi, visto che il microfono era assolutamente aperto e noi disponibili. Ancora una volta, come spesso avviene in questa città ultimamente, invece di confrontarsi si cerca di reprimere, attraverso vie
legali, ogni forma di dissenso e di ribellismo spontaneo. Mancano le riposte politiche, tutto è ridotto a questioni di ordine pubblico.
Rifiutiamo poi le false argomentazioni portate dal Comitato: chi era in Piazza Verdi quelle sere potrà confermare che la musica è stata spenta, e il camion portato via sempre intorno alle 23 e non, come sostenuto, a notte fonda.
Chi c'era non può poi non aver notato che continuamente partivano ragazzi armati di sacchi della spazzatura per raccogliere lattine e bottiglie lasciate a terra. Nonostante non abbia certo aiutato il fatto che bidoni della zona, in quei giorni, stranamente non siano stati svuotati...
Chi c'era non può non aver visto che di spacciatori in quelle sere non ne giravano mentre erano tutti rintanati nelle vie limitrofe. Che una strada per torgliere terreno allo spaccio sia quella di riportare gli studenti in Piazza?
Continuiamo ad essere convinti che la rinascita di Piazza Verdi e della zona universitaria non passi dai vigilantes ma dalla presenza degli studenti e di quei soggetti che la vivono tutti i giorni. Che sia necessario installare
bagni pubblici (magari al posto di quelle bruttissime camionette che come minimo rovinano il paesaggio), sistemare delle panchine, mettere delle fontane d'acqua potabile. Queste proposte ci sembrano così facilmente realizzabili che il continuare ad ignorarle da parte dell'amministrazione fa venire il dubbio che ci sia una precisa volontà di non risolvere i problemi, così da dare ai cittadini buoni pretesti per lamentarsi e giustificare di conseguenza la militarizzazione e il controllo.
Oltre a questo riteniamo che sia indispensabile pensare a iniziative ludiche, culturali, politiche che abbiano però come condizione irrinunciabile la gratuità dell'accesso per rendere effettiva la partecipazione degli studenti, dei precari e dei non garantiti di questa città. Rifiutiamo insomma la logica dell'Assessore Mura che si immagina Piazza Verdi come:
"...un grande centro commerciale a cielo aperto".
Queste sono le cose che andremo a dire all'Assessore nel momento in cui la incontreremo oltre a ribadirle la nostra netta contrarietà all'ordinanza che vieta la vendita di alcolici oltre le 21.
Questo nuovo tentativo di repressione non fermerà minimamente i nostri percorsi, continueremo a riprenderci le strade e a portarci iniziative tra le più diverse perché non siamo noi il degrado! Torneremo a riprenderci Piazza Verdi, da adesso in poi anche contro ogni tentativo di intimidazione.

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9 Maggio '05 - ARRIVA MARIO E CALZOLARI SCAPPA
ARRIVA MARIO, CALZOLARI SCAPPA!!!
Oggi Mario Precario, il candidato rettore promosso dalla Rete
Universitaria e dai Collettivi autorganizzati di Facoltà per dare voce a
tutte le figure non garantite che popolano l'Ateneo, ha messo a segno il
primo punto della sua campagna elettorale. Nel corso del confronto tra i
candidati svoltosi lunedì 9 maggio presso il Dipartimento di Storia,
Mario si è presentato senza invito per portare la voce degli studenti
che non possono accettare il modello vigente dell'Università-azienda,
del personale tecnico-amministrativo, dei ricercatori precari, di chi
semplicemente ogni giorno vive sulla propria pelle le mille forme della
precarietà lavorativa ed esistenziale.
Mario avrebbe voluto soltanto dire la sua, infrangendo la vetrina dalla
quale Calzolari, i suoi sfidanti e i vari baroni presenti non hanno
fatto altro che rilanciare un'università fatta di numeri chiusi e
selezione di classe, esternalizzazioni e finanziamenti privat
i. Ma ciò
evidentemente non poteva essere accettato e di conseguenza il turno di
Mario continuava a non trovare posto nella lista degli interventi.
Finchè Mario il suo giusto spazio se l'è preso, violando le regole di un
gioco a cui i poteri universitari si sono abituati troppo bene. E
difatti l'unica risposta che hanno saputo dare è stata quella di
interrempore il dibattito e permettere a Calzolari e ai suoi baroni di
uscire dall'imbarazzo allontanandosi dalle proprie responsabilità e
contraddizioni. Troppo concrete e scomode le istanze rappresentate da
Mario per poterle gestire in un confonto pubblico ed aperto. Poco male.
Uscendo lo stesso Mario Precario ha dichiarato: "Così facendo il
baronato universitario che combatto non ha fatto altro che svelare il
proprio volto, descrivendosi meglio di quanto avrei potuto fare io al
microfono". Naturalemente Mario ed il suo comitato elettorale, sempre
più esteso e convinto della vittoria, danno appuntamento alla prossima
occasione.

PIER UGO, BARONI ANCORA POCHE ORE
MARIO PRECARIO SARA' IL NOSTRO RETTORE!!!

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CHI E' MARIO PRECARIO?

Mario Precario è uno sudente fuori sede che dovrebbe pagare 400 euro in
nero per una singola, e quindi la casa se la occupa.
Mario Precario paga 5,80 per un pasto in mensa, ma il più delle volte
non riesce neanche ad entrarci. E per questo fa autoriduzione.
Mario Precario sull'autobus fa sciopero del biglietto perché un euro a
corsa è fuori dal mondo.
Mario Precario i libri se li fotocopia e del copyright se ne frega,
perché la cultura non è una merce.
Mario Precario va piano con gli esami perché deve lavorare part-time per
pagarsi gli studi. Senza tutele e in nero.
Mario Precario è un giovane a cui piace bersi una birra con gli amici in
Piazza Verdi, senza sbirri tra le palle.
Mario Precario è un ricercatore che fa tutto tranne che ricerca,
costretto a tenere in piedi l'università dei baroni.
Mario Precario è un dipendente della mensa esternalizzata dall'Arstud,
sfruttato quotidianamente perché un'azienda privata aumenti i suoi profitti.
Mario Precario è uno che voleva studiare ma l'hanno fregato al test
d'ammissione.
Mario Precario è un lavoratore dell'università: sottopagato, senza
diritto d'assemblea e continuamente minacciato dall'esternalizzazione
dei servizi.
Mario Precario studia ma non impara, perché il sapere in pillole che gli
somministrano servirà solo ad essere sfruttato meglio dalle aziende.
Mario Precario è uno che non è rimasto deluso da Cofferati, perché nella
"Bologna partecipativa" sbandierata dai poteri forti non ci ha mai creduto.
Mario precario è uno che sfonda le porte e riprende gli spazi.
Mario Precario comunica sui muri, alza la voce e le telecamere di
videosorveglianza le acceca.

ALLE ELEZIONI DEL 26 MAGGIO SOSTIENI MARIO PRECARIO, IL CANDIDATO DEI
PRECARI E DEI NON GARANTITI!

...E SEGUILO ALLA MANIFESTAZIONE STUDENTESCA DEL 17 MAGGIO!

CONTRO OGNI NUMERO CHIUSO - CONTRO LE RIFORME ZECCHINO-MORATTI - CONTRO
LA GESTIONE DEL RETTORE CALZOLARI - PER MARIO PRECARIO RETTORE!

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RIAPPROPRIAMOCI DI PIAZZA VERDI!

Martedì 26, mercoledì 27 e giovedì 28 aprile noi studenti della RETE UNIVERSITARIA e dei collettivi studenteschi torneremo a riappropriarci di Piazza Verdi. Una piazza simbolo del movimento studentesco, una piazza che ci vediamo quotidianamente negata, una piazza che perennemente occupata dalle camionette a dalle divise è ormai diventata simbolo delle politiche auoritarie e repressive di un’amministrazione comunale che di fronte alle roblematiche sociali reagisce sistematicamente in termini di ordine pubblico piuttosto che di risposte politiche. Saremo in piazza per ribadire il nostro no alla miltarizzazione e per dimostrare che l’unica via per far rivivere la zona universitaria passa per l’aggregazione spontanea e le iniziative autorganizzate, la socialità gratuita e accessibile a tutti, la libertà d’espressione e la ribellione creativa. Saremo in piazza per dire all’amministrazione comunale e alle istituzioni universitarie che una volontà reale di far rivivere le nostre strade non può passare per proposte selettive che fanno della mercificazione culturale il principio guida. Rifiutiamo ogni tentativo di controllo sociale, intimidazione e repressione.
Ci riprendiamo le piazze per riempirle di vita.Venite a far rivivere Piazza Verdi e portate il vostro contributo, ci sarà spazio per tutti!
Portate idee, sogni, radicalità

MARTEDI 26 - MERCOLEDI 27 - GIOVEDI 28 APRILE 2004 IN PIAZZA VERDI
assemblee pubbliche - aperitivi sociali - musica dal vivo e sound system – file sharing point - mostre fotografiche - videoproiezioni – street soccer

PROGRAMMA

MARTEDI' 26 APRILE
ore 14 in Piazza Verdi
-Presentazione della 3 GIORNI e del progetto della Rete Universitaria su Piazza Verdi
-Sound System e microfono aperto
ore 19 -cena sociale
… a seguire djset Tuster + Sensi Crew

MERCOLEDI' 27 APRILE
ore 17 Aula C - via Centotrecentotrecento - Facoltà di Lettere e Filosofia - Assemblea studentesca d'Ateneo
Il decreto del senato accademico del 5 aprile declina nella realtà universitaria bolognese il disegno politico organico alla riforma del 3+2. Una laurea triennale di massa dequalificata sul piano formativo e dequalificante su quello lavorativo ed una laurea specialistica davvero spendibile sul mercato del lavoro riservata ad ubna ristretta e selezionata élite. L'unica risposta deve essere il rifiuto di qualsiasi numero chiuso e sbarramento ai più alti gradi dell'istruzione, in nome del libero e gratuito accesso al sapere.
dalle 19 aperitivo e cena sociale
… a seguire Critical Taranta/Degrado tarantolato <<< portate la vostra musica in piazza


GIOVEDI' 28 APRILE
ore 17 aula III - via Zamboni 38 - Facoltà di Lettere e Filosofia
assemblea ESISTENZE PRECARIE - RESISTENZE SOCIALI: esperienze e pratiche di lotta da varie città italiane
partecipano Rete Universitaria - Bologna | M.A.O - Bologna | CHAINWORKERS - Milano | ACROBAX - Roma
ore 19 in Piazza Verdi aperitivo e cena sociale
... a seguire djset Cripto + Iena + Gopher

…in realtà la sola cosa che ci siamo preposti è di cambiare il mondo, tutto il resto lo improvvisiamo…

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14 Aprile -
FORZE SPECIALI DA TUTTA ITALIA PER "COMBATTERE IL DEGRADO" IN PIAZZA VERDI

Enzo Raisi, esponente di AN nella scorsa amministrazione, l'aveva solo promesso: "blindati contro il popolo del bongo". Manco a dirlo, Sergio Cofferati l'ha ampiamente superato a destra e, come il compagno Zangheri trent'anni fa, chiede e ottiene rinforzi da Roma.

E' notizia delle ultime ore che entro il fine settimana Piazza Verdi sarà presidiata nientemeno che dai gipponi delle "Compagnie Operative Speciali", reparti scelti di carabinieri provenienti da tutt'Italia.
Non è chiaro con quali compiti, ma è evidente che si tratta di una precisa svolta repressiva che attraverso una militarizzazione ancora più massiccia mira a chiudere ogni spazio di socialità non mercificata e ogni forma di aggregazione politica all'interno della zona universitaria.
Da un lato quindi il Comune annuncia piani di riqualificazione del centro storico, iniziative culturali e dialogo costruttivo con le realtà interessate. Dall'altro rinnova e inasprisce i provvedimenti "anti-bivacco" a colpi di multe e di crescente intimidazione.
La contraddizione è solo apparente. La riqualificazione di cui si riempono la bocca è infatti rappresentata da iniziative rivolte un pubblico "selezionato" (parole dell'assessore Mura!) e ben pagante, secondo una concezione elitaria e commerciale della cultura.
Per la socialità gratuita, la libera e orizzontale circolazione dei saperi e per ogni iniziativa spontanea e autorganizzata, insomma, non sembra esserci spazio nella "città partecipativa" sbandierata da Cofferati.
Tutto perfettamente in linea con un'amministrazione comunale che fin dal suo insediamento ha dimostrato chiaramente di non voler dare nessuna risposta politica alle questioni sociali, riducendole a "semplici" problemi di ordine pubblico da gestire in un'ottica puramente repressiva: dall'emergenza abitativa all' "accoglienza" dei migranti, tanto per fare degli esempi.

Crediamo che, dalle facoltà ai quartieri, la risposta alla militarizzazione debba passare per la diffusione di pratiche di ribellione creativa e di riappropriazione quotidiana delle nostre strade.
Per questo il 26-27-28 Aprile restituiremo Piazza Verdi agli studenti, con tre giornate di assemblee, mostre, musica, microfono aperto, arti di strada e quant'altro gli studenti vorranno portare e condividere.
Nel frattempo invitiamo tutte/i a prepararsi a riempire Piazza Verdi non appena la prospettiva dell'arrivo delle forze speciali e di relative operazioni di polizia dovesse concretizzarsi.

Rete Universitaria

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2005 - 1° trimestre [10/02 - Ai dipendenti della mensa universitaria] - [02/03 - Contro la Moratti nessuna concertazione] - [11/03 - Lo sguardo aperto della rivolta] - [22/03 - Contro gli sfratti e le politiche sociali del Comune di Bologna] - 31/03 - Accusa di eversione per San Precario [Comunicato congiunto][Vivere, non sopravvivere]


ACCUSA DI EVERSIONE PER SAN PRECARIO
29 INDAGATI A BOLOGNA

In preparazione della manifestazione nazionale contro la precarietà e per il reddito del 6 novembre, a Bologna diverse realtà hanno organizzato numerose iniziative sui temi del diritto alla casa, sull'accesso gratuito a cultura e saperi, al trasporto pubblico.
La sera del 27 ottobre si è svolto "Vola al Cinema con San Precario": un centinaio di precari, lavoratori, studenti si sono ritrovati davanti al Cinema Multisala Capitol contrattando l'ingresso gratuito o scontato.
Dopo aver chiarito con la proprietà il senso ed i contenuti dell'iniziativa si è arrivati all'accordo per la proiezione gratuita a scelta di uno dei film in programmazione.
Alla fine della proiezione i partecipanti all'iniziativa sono usciti dal Cinema senza alcun incidente o problema.
Dopo il 6 novembre, il Ministro Pisanu, relazionando alla camera dei deputati, aveva citato l'iniziativa di Bologna tra gli episodi definiti "allarmanti" del movimento contro la precarietà e per il reddito.
La Procura di Bologna, a firma del pubblico ministero sostituto procuratore Paolo Giovagnoli, sta notificando a 29 persone l'avviso della conclusione delle indagini preliminari.
Agli indagati viene contestato di aver preso parte all'iniziativa al Cinema Capitol usando violenza e minacce.
Con l'aggravante dell'eversione (art. 1 del decreto legge 625 del 1979 convertito in legge 15 del 1980), perché reati commessi, secondo la Procura di Bologna, con finalità di eversione e per affermare le idee politiche delle associazioni Anti.Fa, Disobbedienti, Rete Universitaria Studentesca, partecipanti al movimento "SAN PRECARIO", indicando Luigi Marinelli, dirigente sindacale della RdB/CUB, come capo e organizzatore dell'iniziativa.
Dopo l'avvio dei procedimenti giudiziari in tutta italia in merito alle azioni contro la precarietà, riteniamo gravissima la decisione della Procura di Bologna di definire come eversivo il movimento che ha prodotto centinaia di iniziative intorno alla figura di "San Precario".
Riteniamo che rivendicare il diritto al reddito, nelle sue varie articolazioni, e lottare contro la precarietà, sia la giusta risposta del precariato al crescente attacco alle condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone.
Dalle occupazioni di case, dalle lotte dei lavoratori dei call center, dagli scioperi dei soci delle cooperative sociali, dalle mobilitazioni degli studenti viene una istanza sociale che non può essere fermata da iniziative repressive di questo genere e che avrà nella prossima EuroMayDay di Milano, l'appuntamento di maggiore visibilità delle reti e realtà italiane ed europee in lotta contro la precarietà.

CRASH - CUB BOLOGNA - RETE REDDITO BOLOGNA - RETE UNIVERSITARIA - TPO

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VIVERE, NON SOPRAVVIVERE

Il 27 ottobre del 2004 un centinaio di studenti e precari hanno assistito
gratuitamente ad uno spettacolo cinematografico, un’azione che si colloca in
un percorso generale di rivendicazione dell’accesso gratuito alla cultura ed
ai saperi.
L’unica risposta delle istituzioni ad una azione pubblica e pacifica è stata
ancora una volta la repressione: ventinove avvisi di garanzia, ventinove
compagni accusati di violenza privata, turbativa violenta del possesso di
cose immobili, molestia alle persone, accuse queste aggravate dall’aver
commesso i “reati” in più di dieci persone. L’ultima aggravante contestata
riesuma la legge 15 del 1980, una delle leggi speciali antiterrorismo degli
anni di piombo: le idee, le pratiche di chi risponde al carovita ed alla
precarietà economica dilagante vengono indicate come eversive dell’ordine
democratico.
Come studenti siamo un segmento di quel precariato che rivendica l’accesso
gratuito alla cultura ed ai saperi in un contesto che li pensa come
funzionali all’ordine economico esistente. Vediamo il nostro percorso
formativo universitario come momento dentro la precarietà economica del
presente, intravedendo le precarietà del futuro, come sempre più funzionale
alla legittimazione e riproduzione degli assetti economici e sociali
dominanti: l’università è oggi costruita da una parte per “sfornare” tecnici
in grado di “amministrare” l’esistente , dall’altra per produrre linguaggi
ed immaginari che ne vorrebbero sancire l’immutabilità. A questa “disciplina
dei saperi” rispondiamo rivendicando l’accesso gratuito alla cultura dentro
e fuori l’università, contrapponendo l’ambiguità costitutiva del sapere che
è possibilità di guardare da dentro l’esistente per immaginare un fuori,
un’alterità immanente ai nostri bisogni e desideri.
Nell’ipermercato Bologna siamo costretti ad un’esistenza oppressa dalla
precarietà e dal carovita, da condizioni materiali che rendono sempre più
problematico studiare, spostarsi, mangiare, abitare;
rivendichiamo la riappropriazione quotidiana di ciò che ci viene
quotidianamente negato, vogliamo riconquistare il diritto di sognare,
conoscere, godere, viaggiare. Vogliamo vivere, non sopravvivere!

RETE UNIVERSITARIA

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Contro gli sfratti e le politiche sociali del Comune di Bologna
A Bologna le politiche comunali stanno chiarendo di giorno in giorno il vero volto di una giunta che si definisce di "sinistra".
Il tentativo immediato di sgombero manu militari contro una denuncia pubblica agita da decine di precari che hanno liberato uno stabile del comune in via Avesella2.
La deportazione della comunità rumena di via Casarini presso villa Salus che ha costretto una parte dei migranti a spostarsi lungo le rive del Reno.
Le ruspe che ieri hanno devastato la zona dove questi lavoratori avevano ricostruito le proprie dimore e nel pomeriggio, dopo che alcuni di quei migranti erano stati ricevuti dalla vice sindaco Scaramuzzino, la polizia all'uscita dal Comune ha tentato di deportarli.
La volontà di sgomberare oggi una famiglia migrante che da un anno vive in una casa Acer nel quartiere Barca, attivando svariati reparti mobili.
Queste politiche, che vorrebbero gestire le insorgenze sociali e il legittimo diritto a vivere dignitosamente in un'abitazione attivando la forza pubblica, sono inaccettabili.
Lo hanno dimostrato questa mattina, con la loro presenza e determinazione, gli occupanti di case di Bologna insieme ai nodi della rete cittadina per le lotte sociali e contro la precarietà. Infatti lo sfratto è stato rinviato.
Il sindaco continua a definire come allarme sociale i mille modi con cui i lavoratori migranti, i precari e gli studenti della città tentano di sopravvivere, un allarme sociale contro cui vorrebbe far rispettare una presunta legalità.
Gli eventi di queste settimane ben chiariscono l'incapacità della giunta di articolare politiche sociali che rendano questa città inclusiva e accessibile per tutti e tutte. La gran celerita' dimostrata dall'assessore alla casa Amorosi nello scatenare una guerra tra poveri, cercando di contrappore gli assegnatari Acer e gli occupanti di case, e la vera e propria rivendicazione delle ruspe inviate ieri sul lungo Reno da parte del sindaco ne sono una dimostrazione.
Noi pensiamo, invece, che l'unico allarme in città siano le modalità con cui Cofferati e la giunta vogliono trattare i bisogni e i desideri di chi in questa città ha scelto di vivere portando la ricchezza delle proprie esistenze. Anche oggi abbiamo dimostrato che la solidarietà attiva riesce a impedire che queste politiche colpiscano nel segno.
Ribadendo che non siamo disposti a tollerare altri tentativi di sfratti o sgomberi con la forza, rilanciamo l'appello a costruire nuove iniziative di lotta da praticare ogni volta in cui sara' necessario difendere e riappropriarci dei nostri diritti: il 13 aprile in via Vighi 10 e il 14 aprile in via San Donato 58.

Movimento Autorganizzato Occupanti, Crash, Passepartout, T.P.O., Asia Rdb/Cub, Rete Universitaria, Bologna Social Forum

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LO SGUARDO APERTO DELLA RIVOLTA

L'11 marzo del 1977 Francesco Lorusso, studente venticinquenne e militante
di Lotta Continua, viene ucciso in via Mascarella da un colpo di pistola
alla schiena.
A sparare i carabinieri di Cossiga e Andreotti, incaricati di reprimere un
movimento di insubordinazione che si era esteso e rafforzato in luoghi di
socialità e in spazi di conflitto che attraversavano l'intero asse
metropolitano, risposta militare che, in pieno clima di "compromesso
storico", accomunò il potere nazionale al governo cittadino del Pci.
Dopo ventotto anni di silenzi e menzogne ricordiamo quell'omicidio di
Stato e quella rivolta, consapevoli però che non basta preservare il
ricordo: bisogna rivendicarne l'attualità. Restituire un ricordo al
presente, renderlo attuale, significa anche avere il coraggio di
rintracciare e rivendicare le linee di continuità che legano quelle lotte
con le nostre lotte, l'omicidio di Bologna con l'omicidio di Genova,
nell'orizzonte comune di una speranza; speranza oggi più urgente che mai.
Scrive nelle tesi di filosofia della storia Walter Benjamin:"Articolare
storicamente il passato non significa conoscerlo -come propriamente è
stato- . Significa impadronirsi di un ricordo come esso balena
nell'istante del pericolo." Il pericolo è quello della vittoria definitiva
del nemico. Un nemico che ancora "non ha smesso di vincere"; una vittoria
che passa attraverso la cancellazione dell'immagine degli sconfitti.
Proprio questa forza nientificante, che il potere ha rispetto al passato,
deve essere combattuta, anche preservando l'immagine autentica del passato
così come si presenta al soggetto storico nel momento del pericolo. Che è
sempre il momento della possibilità e della trasformazione.
Sono le immagini del 1977, come le immagini di Genova, a dover essere
protette da quel nemico che, seppure ha sparato, ucciso e represso, non
avrà la vittoria definitiva fino a quando ci sarà un presente che si
riconosce significato in quel passato, che in quella lotta vede un
capitolo della sua stessa lotta.
La memoria dell'alternativa, della sua possibilità, sia pure disattesa
dalla storia, è la base sulla quale continuare a lottare , con la
consapevolezza e la forza che provengono dall'esser parte di uno scontro
più vecchio di molte vite, il cui esito è ancora incerto. In molti
vorrebbero che gli anni '70 significassero solo il peso di una sconfitta,
soffocando nel silenzio quel molteplice e prezioso tessuto di esperienze
culturali e politiche. Noi crediamo invece che a questa storia del
silenzio e del potere vada contrapposta la memoria attiva e dinamica dei
vivi. La memoria degli attimi, giorni o mesi, in cui la Liberazione è
stata possibile, perché torni ad esserlo di nuovo.

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Contro la Moratti nessuna concertazione
Mercoledì 2 Marzo l’università scende in piazza contro il ministro Moratti, in una protesta trasversale che vede i soggetti
sociali e politici più diversi uniti dalla comune contrarietà al DDL Moratti sullo stato giuridico della docenza. Una protesta
che non può lasciarci indifferenti ma nella quale neppure possiamo rispecchiarci in pieno.
Noi saremo in piazza per dire ancora una volta che non solo il DDL ma tutte le controriforme della Moratti vanno
abrogate
, e su questo punto non accettiamo posizioni balbettanti e conciliatorie come quelle espresse spesso dai sindacati
confederali e da esponenti del centrosinistra. Ma soprattutto saremo in piazza per mettere in discussione radicalmente
l’esistente, cioè un’università gestita secondo logiche aziendali o peggio baronali, svenduta
agli interessi dei
potentati economici del territorio, trasformata in una corsa contro il tempo per l’accumulazione di crediti e sempre più
carente e superficiale nei suoi contenuti didattici. Un’università che si porta dietro problemi e contraddizioni decennali, ma
a cui un duro colpo è stato inferto dalla Riforma Zecchino, varata dal centrosinistra con l’appoggio dei sindacati
confederali
. Il sistema del 3+2 si è infatti tradotto in aumento della selezione (sia diretta, tramite i numeri chiusi, che
indiretta, tramite l’aumento selvaggio delle tasse d’iscrizione), aumento frenetico dei ritmi di studio, impoverimento dei
contenuti dei corsi. Ora la Moratti sta solo completando l’opera, sancendo col sistema ad Y (1+2+2) un meccanismo di
selezione di fatto già introdotto dal 3+2, tagliando ulteriormente i fondi per il diritto allo studio e in generale per
l’università pubblica, instaurando un sistema di precarietà a vita per chi intraprende la carriera di ricercatore.
Un’altra cosa che ci teniamo a sottolineare è l’assoluta complicità e corresponsabilità dei rettori e dei poteri forti delle
università italiane rispetto alle recenti controriforme, che, non a caso, non hanno incontrato reali forme di resistenza
all’interno degli atenei. La CRUI si dichiara contraria al DDL Moratti, ma contemporaneamente auspica un sistema sempre
più gerarchico, aziendalista e privatistico. Non fa eccezione il rettore bolognese Calzolari, che rappresenta anzi un
caso paradigmatico
: nelle dichiarazioni alla stampa esprime critiche forti alle riforme Moratti, ma la sua amministrazione
dell’ateneo bolognese si è caratterizzata per l’aumento delle tasse (in particolare per le lauree specialistiche), per il
diffondersi dei numeri chiusi, per l’esternalizzazione di ogni tipo di strutture e servizi, per il disinteresse assoluto
rispetto al diritto allo studio
e alle esigenze degli studenti. Per questo non abbiamo mai accettato e non accetteremo
mai la logica dell’unità con il rettore
e con chi lo sostiene in funzione anti-Moratti: non crediamo che ci si possa
opporre alla Moratti rivendicando le politiche di Berlinguer e Zecchino
, non crediamo si possano sganciare le
rivendicazioni di carattere nazionale dall’apertura di conflitti e vertenze locali, non crediamo soprattutto che in nome
dell’unità contro la Moratti si possano dimenticare le contraddizioni che viviamo sulla nostra pelle ogni giorno nelle nostre
facoltà.
LA PARTECIPAZIONE A QUESTA GIORNATA DI MOBILITAZIONE È PER NOI SOLO UN PASSAGGIO DI UN
PERCORSO DI MESSA IN DISCUSSIONE DELL’ATTUALE SISTEMA UNIVERSITARIO E DI TUTTE LE RECENTI
CONTRORIFORME, DI CONFLITTUALITÀ PERMANENTE E RADICALE A PARTIRE DALLE CONTRADDIZIONE
REALI DI QUESTO SISTEMA, DI SPERIMENTAZIONE DI FORME DI AUTORGANIZZAZIONE NELLE FACOLTÀ.

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AI DIPENDENTI DELLA MENSA UNIVERSITARIA

Da alcuni mesi stiamo portando avanti una campagna di iniziative di sensibilizzazione e mobilitazione legate alla situazione della mensa universitaria. In sistesi contestiamo i prezzi troppo alti (la mensa di Bologna è nettamente la più cara d’Italia), l’inadeguatezza della struttura di Piazza Puntoni rispetto al numero di studenti universitari bolognesi e il fatto che tale servizio non è gestito direttamente dall’Università o dall’Arstud ma da un’azienda privata come la Concerta.

Ciò che ci preme sottolineare immediatamente è che la nostra protesta è indirizzata verso l’Università in primo luogo e i dirigenti della Concerta in secondo luogo, e non investe in nessun modo i dipendenti che lavorano in mensa. Siamo infatti consapevoli del fatto che anche i problemi riscontrati nel servizio, in particolare i tempi d’attesa lunghissimi e le code interminabili tra le 13 e le 14, sono da imputare all’insufficienza strutturale della mensa e non a cause soggettive legate al lavoro dei dipendenti. Sappiamo anzi che se qaulità dei pasti resta assolutamente dignitosa è anche e soprattutto grazie alla coscienza dei singoli cuochi.

Alla Concerta (e all’Università, che dovrebbe quantomeno vigilare su come vengono gestiti i servizi che appalta ai privati) noi contestiamo il modello di gestione che non ci sembra adeguato alla nostra idea di mensa universitaria: basta pensare ai milioni di euro spesi per una restrutturazione che ha cambiato solo esteticamente gli spazi della mensa senza aumentare realmente il numero dei posti a sedere, o alla scelta di investire soldi in due televisioni al plasma con abbonamento a SKY invece che sulla qualità del cibo, sull’efficienza del servizio o meglio ancora su una riduzione generalizzata dei prezzi.

Crediamo che questo modello di gestione basato su logiche puramente commerciali che nulla hanno a che vedere con un servizio pubblico abbia conseguenze negative anche sulle vostre condizioni di lavoro: basta pensare al ritmo di lavoro frenetico e al livello di stress a cui siete sottoposti nei momenti di maggiore affluenza.

Tra l’altro sappiamo che anche tra i dipendenti della Concerta vi sono malumori e proteste legate agli stipendi non certo altissimi, alle condizioni di lavoro spesso inadeguate e ad un livello di mobilità interna assolutamente eccessivo. Rispetto a questi problemi, che crediamo assolutamente legati ai nostri, non possiamo che ribadirvi la nostra solidarietà e la massima disponibilità a iniziative comuni.

Non abbiamo intenzione di chiedervi un sostegno attivo alla nostra lotta, che sappiamo non potreste darci essendo come lavoratori dipendenti in una condizione di perenne ricattabilità, quello che vi proponiamo è di immaginare possibili percorsi di collaborazione basati sull’idea che determinate politiche aziendali colpiscono sia i lavoratori sia gli utenti del servizio.

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2004 - 4° trimestre [05/10 - Piazza Verdi] [13/10 - Specialistiche a Comunicazione] [18/10 - Aula studio al VAG] [27/10 - Contro la Moratti per il Diritto allo Studio] [6/12 - Inizio specialistica a Comunicazione] [9/12 - Mo' Pasta] [15/12 - Presidio in Sala Borsa] [17/12 Rebel Party]

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VENERDI' 17 Dicembre 2004 - VAG61, via PAOLO FABBRI 110 - Bologna
Per sostenere le attività e i progetti della Rete Universitaria...

...REBEL PARTY!!!


dalle 19

APERITIVO MUSICALE

+
CENA POPOLARE:
piatto unico: Salsicca con patate e peperoni
Piatto unico vegetariano: Riso con Formaggio,
Patate e peroni
Tortillas spagnole, pizze, panini, piadine,
torte salate e dolci, macedonia di frutta
+
MOSTRA FOTOGRAFICA "UFOLOGY"
a cura del gruppo U.F.O.(Unione Fotografi Organizzati)
+
PROIEZIONI VIDEO

dalle 22
DJ set con
*SPINO DJ (Reggae - Funky)
+ rischio incursioni indesiderabili di trash d'annata

ENTRATA GRATUITA

"...in realtà la sola cosa che ci siamo veramente preposti è di cambiare il
mondo, tutto il resto lo improvvisiamo..."

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Contro l'apertura del centro commerciale privato...
MERCOLEDI' 15 DICEMBRE ORE 14,30
PRESIDIO DENTRO LA SALA BORSA

Nonostante anni di mobilitazione e nonostante le facili promesse elettorali
di Cofferati, l'apertura del centro commerciale privato all'interno della
Sala Borsa è imminente.

L'attuale giunta ha infatti deciso di portare avanti il progetto varato
sotto la giunta Guazzaloca e di destinare parte degli spazi della Sala Borsa
ad un uso commerciale
che non ha nulla a che vedere con la funzione
originale di biblioteca comunale.
Noi crediamo che uno spazio come la Sala Borsa potrebbe fornire un
importante servizio pubblico
(soprattutto, ma non solo, per gli studenti
fuorisede) ed anche essere luogo di scambio e di libera circolazione di
saperi non mercificati. Ma tutto ciò non sarà possibile se si accetta la
logica della privatizzazione
, della concessione di spazi ad uso commerciale:
per questo ci opponiamo alla grottesca idea del Sushi-Bar ma anche al
semplice fatto di instaurare librerie che vendano libri invece di prestarli
gratuitamente.
E siccome non crediamo all'ineluttabilità degli eventi, vogliamo mettere la
nuova amministrazione comunale di fronte alle sue responsabilità
, perchè se
il centro commerciale verrà aperto è colpa sia di chi ha elaborato e
autorizzato il progetto sia di chi lo sta ora portando avanti.
Mercoledì il centro commerciale sarà inaugurato ufficialmente,
ovviamente ci saremo anche noi...

FACCIAMOCI SENTIRE!!!

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9 DICEMBRE
MO' PASTA!!!
*Oggi abbiamo offerto noi, domani...*

Oggi, giovedì 9 dicembre, gli studenti della Rete Universitaria e di vari
Collettivi di Facoltà hanno dato una risposta concreta al carovita e alla
gestione aziendalista dell'Università di Bologna, distribuendo gratuitamente
oltre 200 pasti davanti alla mensa universitaria di piazza Puntoni e
riscuotendo approvazione e solidarietà da parte di tutti
. All'iniziativa hanno subito
aderito e partecipato attivamente anche gli studenti del Circolo
Universitario di Rifondazione Comunista.
Quello di oggi é stato solo un primo passo per denunciare le disastrose
politiche dell'Università di Bologna, che ha deciso di esternalizzare un
servizio fondamentale per gli studenti
appaltando la gestione della mensa ad una società privata, la
CONCERTA, che ovviamente opera solo in base ai suoi interessi commerciali, guadagnando
sulla pelle degli studenti e dei suoi stessi lavoratori
che denunciano
pessime condizioni di lavoro e uno stato di perenne precarietà.
Il risultato é che la mensa di Bologna é la più cara d'Italia (almeno 5,80
per un pasto completo contro i 2,50 di Siena o i 2,20 in media di Roma)
e non prevede fasciazioni in base al reddito, mentre la qualità continua
a diminuire e la struttura si dimostra chiaramente insufficiente. In
compenso ci sono due televisori ultimo modello con abbonamento a Sky, pagati
direttamente o indirettamente con i soldi degli studenti!
Pensiamo sia giunta l'ora di dire basta alle privatizzazioni, alle
esternalizzazioni, alle interferenze private nella gestione dei fondi dell'Università, ai tagli
ai servizi e pretendiamo che sia garantito un reale diritto allo studio per tutti,
cominciando dalla gratuità della mensa!

All'Università, all'ARSTUD, alla CONCERTA diciamo chiaramente che torneremo
a farci sentire, torneremo per riappropriarci di ciò che da anni ci viene
quotidianamente tolto.

p.s: Vogliamo sottolineare che la gratuità del pasto di oggi è stata resa
possibile anche dalla disponibilità di diversi esercizi commerciali a darci
frutta e verdura gratis, visto che era rimasta invenduta dalla mattinata
di oggi. Pensiamo che questa pratica, di recuperare il cibo ancora fresco
che i negozi, passata una certa ora, non vendono più e che sarebbe destinata
ad essere buttata via, andrebbe generalizzata visti anche gli sprechi a
cui siamo abituati.

ALCUNI DATI SULLE MENSE ITALIANE
Bologna: 5,80 euro
Siena: 2,50 euro
L'Aquila: da 0 a 3,10 euro
Firenze: 2,07 euro
Roma: fascia A 0-1,80 fascia B 1,80-2,20 fascia C 2,50-5,80
Padova: da 0 a 4,50 euro
Cosenza: fascia A 0-1 fascia B 1,69 fascia C 2,82
Venezia: per studenti con borsa di studio da 0 a 3,50 per studenti senza
borsa di studio da 1,50 a 4,50

_Rete Universitaria_ reteuniversitari.bo@inventati.org_
Assemblea tutti i lunedì alle 21 al VAG di via Paolo Fabbri 110

_Collettivo Scienze Politiche Autogestita_
Assemblea tutti i lunedì ore 15 aula B Strada Maggiore 45

_AIDEM_ - student* autorganizzat* di comunicazione_
SDCNOWAR@DSC.UNIBO.IT - www.aidem.ma.cx

_Collettivo Storia Orientale_
ahmaru@libero.it

_______________________________

6 Dicembre
OGGI LA LAUREA SPECIALISTICA
IN COMUNICAZIONE PUBBLICA, SOCIALE E POLITICA
NON INIZIA…

…perché 210 studenti regolarmente in possesso della laurea triennale in Scienze
della Comunicazione ne sono stati ingiustamente esclusi, tramite un test di
sbarramento di cui nessuno aveva mai sentito parlare, pensato col chiaro intento di
impedire al più alto numero possibile di studenti di proseguire il proprio percorso di
studi.
Perché le istituzioni universitarie vorrebbero che oggi le lezioni iniziassero come se
niente fosse, mentre finora hanno fatto di tutto per lavarsi le mani da ogni
responsabilità dimostrando di non avere alcuna volontà di risolvere il problema.
Semplicemente perché per loro non esiste alcun problema.
Perché il caso di Comunicazione è solo il prologo di ciò che a brevissimo termine
accadrà ovunque
, in totale conformità alle linee guida della riforma “Zecchino –
Moratti” e alla gestione aziendale e baronale del rettore Calzolari, che sempre più
evidentemente si traducono in mercificazione del sapere, privatizzazione
dell’Università e spietate politiche di selezione e infinita precarizzazione.
NON PERMETTIAMO CHE QUESTO E QUALSIASI ALTRO CORSO DI LAUREA
POSSANO NORMALMENTE SVOLGERSI …SENZA GLI STUDENTI!!!


“… è assolutamente impensabile che le orde di laureati
alla triennale possano riversarsi nelle specialistiche…”
prof. Roberto Nicoletti, presidente del Corso di laurea in Scienze della Comunicazione.

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RIBELLARSI ORA!
contro la Moratti per il diritto allo studio

I ricercatori dell'università di Bologna hanno promosso per mercoledì 27
Ottobre il blocco della didattica nell'ateneo e una manifestazione contro il
DDL Moratti sullo stato giuridico dei docenti che elimina di fatto la figura
del ricercatore, instaurando un percorso di precarietà permanente. Crediamo
che il 27 Ottobre debba diventare una grande giornata di lotta generalizzata
contro le riforme della Moratti, come accaduto pochi giorni fa a Firenze,
dove 10.000 tra studenti medi, universitari e ricercatori sono scesi in
piazza uniti contro le proposte del governo sull'istruzione.
Saremo in piazza insieme agli studenti medi, perché la privatizzazione della
scuola e dell'università sono processi strettamente collegati che mettono in
discussione a tutti i livelli i concetti stessi di diritto allo studio e di
istruzione come servizio pubblico.
Saremo in piazza insieme ai ricercatori, perché il problema della precarietà
non riguarda solo il nostro futuro ma anche il nostro presente, e perché l'
eliminazione della figura del ricercatore è solo un tassello del processo di
destrutturazione dell'istruzione pubblica.
Saremo in piazza insieme a quei pochi professori che mettono realmente in
discussione le logiche aziendali o peggio baronali con cui l'università
viene gestita da anni, senza arroccarsi in una difesa dei propri diritti o
dei propri privilegi.
Ma non saremo al fianco di Pier Ugo Calzolari, il rettore "amico degli
studenti", che si dichiara contrario al DDL Moratti ma in questi anni di
gestione dell'ateneo non ha fatto che aumentare le tasse e incentivare i
numeri chiusi. Non saremo neppure al fianco di quei professori che
organizzano conferenze con contenuti progressisti e intanto impongono test
selettivi che impediscono a gran parte dei loro studenti l'accesso alla
laurea specialistica.
Continueremo quindi ad opporci alla Moratti ma anche a criticare l'impianto
stesso di quella riforma Zecchino di cui paghiamo le conseguenze ogni giorno
sotto forma di numeri chiusi, selezione brutale, aumento dei ritmi di
studio, impoverimento dei contenuti dei corsi. Per questo invitiamo tutti a
partecipare anche al secondo appuntamento della giornata di mercoledì 27,
costruendo un presidio visibile, radicale e determinato davanti alla facoltà
di Lettere, dove si terrà la riunione che deciderà le sorti degli oltre 200
non ammessi al Corso di Laurea Specialistica in Comunicazione pubblica e
sociale.
Perché se un'altra università è possibile, dovremo iniziare a immaginarla e
a costruirla ogni giorno, facoltà per facoltà, partendo dalle contraddizioni
reali e dalle esperienze di autorganizzazione e di lotta di quegli stessi
studenti che vivono sulla propria pelle le conseguenze di anni di
controriforme.

MERCOLEDI' 27 OTTOBRE

ore 9.00 PIAZZA NETTUNO
MANIFESTAZIONE CONTRO LA RIFORMA MORATTI

ore 12.00 FACOLTA' di LETTERE, VIA ZAMBONI 38
SIT-IN di PROTESTA CONTRO IL NUMERO CHIUSO

>>report su Indymedia

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18 ottobre - Apre l'aula studio autogestita al VAG

Da questa settimana apre la sala studio autogestita del Vag
di Via Paolo fabbri 110, lo spazio che ha recentemente riaperto dopo
l'occupazione di Via Azzo Gardino dello scorso anno e il successivo
sgombero.
L'idea è costruire un luogo dove gli studenti possano studiare anche in quei
giorni e in quegli orari in cui le altre sale studio sono chiuse, e per
questo per le prime settimane si tratterà di una sala studio prevalentemente
serale. Si tratta comunque di un progetto che stiamo costruendo
progressivamente, e quindi invitiamo chiunque voglia aiutarci a tenere
aperta la sala studio e contattarci, in modo da migliorare e ampliare il
servizio offerto.
In prospettiva cercheremo di far sì che dalla sala studio nasca poi anche una biblioteca sociale, in cui tenere libri di testo e non e dispense di quanto più corsi possibile, in modo da fornire anche una risposta concreta al problema del caro-libri.

PROGRAMMA SETTIMANALE

Lunedì
__ore 19
presentazione della sala studio:
APERITIVO SOCIALE
__ ore 21
Assemblea Rete Universitaria

Martedì-Mercoledì- Giovedì
Sala Studio aperta dalle ore 18 alle ore 24
... e bar sempre aperto!

Domenica
Sala studio aperta ore 16-22

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13 ottobre - Specialistiche a Comunicazione

Il caso della specialistica in “comunicazione pubblica sociale e politica” a Scienze della Comunicazione (circa 60 ammessi su 300 iscritti al test) è solo la punta dell’iceberg di un problema molto più generale e diffuso. In quasi tutte le facoltà infatti stiamo assistendo a varie forme di sbarramento nell’accesso alle lauree specialistiche, che vanno dal numero chiuso vero e proprio a forme più sottili come i test in cui si valutano i “prerequisiti necessari” per entrare alla specialistica, test che in realtà vengono spesso pensati per tagliare fuori più studenti possibile. Va detto poi che questi sbarramenti vanno ad aggiungersi alla selezione già brutale imposta dalle tasse universitarie, che per le specialistiche superano anche i 2000 euro, e in generale al costo degli studi e della vita a Bologna che impedisce a molti studenti fourisede di iniziare o di continuare a lungo gli studi.
La realtà è che l’intero impianto della Riforma Zecchino (quella che ha introdotto il 3+2 con la differenziazione tra lauree brevi e lauree specialistiche) era pensato per creare meccanismi di selezione e portare la maggioranza degli studenti ad accontentarsi della laurea breve, che peraltro al momento risulta assai poco spendibile nel mondo del lavoro. Contestualmente all’introduzione del sistema 3+2, inoltre, abbiamo assistito alla frammentazione dei vari corsi, che ha portato ad un aumento vertiginoso dei ritmi di studio (anche 10-11 esami all’anno), a fronte però di un grado di elaborazione e di approfondimento minimo o comunque inferiore a quello dei corsi pre-riforma. Del resto ci sembra logico pensare che se la maggioranza degli studenti ottengono risultati considerati mediocri nei test d’acceso alle specialistiche, le cause vadano cercate anche e soprattutto nella struttura stessa della laurea triennale
La nuova proposta di “riforma della riforma” avanzata dalla Moratti, infine, rischia di creare con il sistema 1+2+2 una selezione ancora più precoce e tutta basata sulla situazione sociale e economica di provenienza.
Non crediamo però che le controriforme degli ultimi anni debbano essere viste come un alibi o una giustificazione per chi certe tendenze e certe indicazioni le sta non solo applicando fedelmente, ma addirittura portando all’estremo. Per questo è importante che accanto alla critica generale alla Riforma Zecchino e all’opposizione alle nuove proposte della Moratti si sviluppino all’interno della varie facoltà iniziative volte a creare conflitto, a ottenere miglioramenti concreti e a evidenziare le contraddizioni del sistema, mettendo a nudo le responsabilità di chi (dal rettore Calzolari ai presidi di facoltà, fino agli stessi professori) gestisce l’università secondo logiche aziendali o peggio baronali, senza tenere minimamente conto delle esigenze degli studenti.
Per questo siamo al fianco degli studenti di Scienze della Comunicazione e parteciperemo col massimo impegno alle iniziative di protesta che stanno organizzando, e per questo invitiamo anche gli altri collettivi, gruppi e singoli studenti ad attivare nelle proprie facoltà percorsi autorganizzati di riflessione e di mobilitazione che mettano in discussione l’attuale modello di università.

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5 ottobre - Piazza Verdi

Da articoli sui giornali e da servizi al Tg abbiamo appreso che Comitato
Piazza Verdi, Quartiere San Vitale e Comune di Bologna stanno impostando un
percorso di riqualificazione della Zona Universitaria.
Dispiace che nessuno abbia ancora pensato di coinvelgere in tale percorso
noi studenti, che nella Zona Universitaria passiamo gran parte delle nostre
giornate e che tante iniziative abbiamo messo in campo in Piazza Verdi negli
ultimi anni.
Due punti tra quelli trattati nei vari articoli ci sembrano comunque
particolarmente interessanti: la pedonalizzazione e l'organizzazione di
attività culturali.
La chiusura al traffico di Via Zamboni, nell'ottica di una progressiva
pedonalizzazione dell'intero centro storico, dovrebbe essere un punto
centrale nella gestione urbanistica complessiva della città e crediamo sia
giunta l'ora dimetterla in pratica senza perdere ulteriore tempo.
Per quanto riguarda le attività culturali di ogni genere, le riteniamo un
elemento imprescindibile per la riqualificazione della zona, purchè si
rispetti il principio della gratuità e dell'accessibilità per tutti,
evitando ad esempio che si ripetano situazioni come le serate alle Scuderie
in cui a molti studenti veniva negato lì'ingresso sulla base dei loro
vestiti.
Molte altre ci sembrano le questioni fondamentali legate alla vivibilità di
Piazza Verdi e della Zona universitaria in generale.
Innznzitutto la componente architettonica riveste un ruolo determinante per
lo stato di abbandono in cui si trova la piazza: inserire delle panchine,
una fontata, aumentare il numero dei cassonetti (adatti a ogni tipo di
raccolta differenziata) sarebbero già piccoli passi nella direzione giusta.
Ma vi è un'altro tema per noi assolutamente centrale su cui le posizioni del
sindaco ci sembrano vaghe e fumose: quello legato alle politiche di
controllo sociale esercitate sugli studenti e di militarizzazione di Piazza
Verdi, che peraltro in questi anni si sono mostrate assolutamente inutili
per contrastare la microcriminalità o lo spaccio di droghe pesanti.
Parlare di "compiti di prevenzione e non di repressione" riferiti al nucleo
di vigili di Piazza Verdi e in generale alle forze dell'ordine, ad esempio,
ci sembra una solo una bella frase che non denota di per sé una visione
realmente diversa da quella precedente amministrazione. Chiedere
continuamente i documenti ai passanti o impedire che gruppi di studenti
"bivacchino" in piazza, sono azioni che possono anche essere catalogate
come "prevenzione" ma che a noi sembrano meccannismi di controllo e
initmidazione che non siamo disposti a tollerare oltre.
Ci sembra molto grave, inoltre, che altre telecamere siano state montate
recentemente in Zona Universitaria, ad appesantire ulteriormente
quell'impressione da Grande Fratello che accompagna chi cammina per Via
Zamboni e dintorni. Anche dando per scontato che si tratti di un progetto
della giunta precedente, non ci sembra troppo chiedere alla nuova
amministrazione un chiaro segnale di discontuità che si tramuti nella
rimozione delle telecamere in questione.
Per concludere, invitiamo il Comitato Piazza Verdi e le nuove
amministrazioni di Quartiere e Comune a un confronto su questi temi, anche
sulla base di un documento di proposte per la Zona Universitaria che
presenteremo pubblicamente tra breve.
Vogliamo però dire molto chiaramente che nel frattempo continueremo a
riappropriarci di Piazza Verdi, a pedonalizzarla noi dal basso, a farla
vivere come luogo di aggregazione e di socialità gratuita. Il tutto con o
senza permessi, perchè non ci sembra accettabile che per restituire agli
studenti la piazza centrale della zona universitaria si debbano chiedere
autorizzazioni e intavolare trattative.

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